Di lardo di Colonnata se ne consumano in Italia 65.000 quintali ma se ne producono solo 1.600. Come è possibile?

Perché, denunciano i produttori toscani, sette volte su dieci si tratta di un falso. Per evitare imbrogli – dichiara in proposito l’Unione Nazionale Consumatori – basta leggere bene l’etichetta posta sulla confezione e osservare il prodotto. Il vero lardo di Colonnata deve innanzitutto avere il marchio Igp, quindi attenzione ai nomi di fantasia come Colonnetta, Colonnella e via dicendo, mancanti del marchio. Ha solitamente forma rettangolare e spessore di almeno 3 centimetri, con la cotenna nella parte inferiore, mentre quella superiore è ricoperta da sale, erbe aromatiche e spezie.

Oltre al marchio Igp – aggiunge l’Unione Consumatori – riporta il logo del consorzio costituito da un rombo verde con all’interno la figura di un porco rosa. Inoltre deve avere un codice a barre rosso in cui è indicato il numero progressivo della conca in cui è stato introdotto per la stagionatura. Deve poi essere munito di un sigillo inserito nella cotenna prima del confezionamento.