Il “Tortello d’oro” è ancora mantovano. Così ha sancito lo scorso 17 agosto la sesta edizione del triangolare regionale del festival della zucca di Melara (Ro), a due passi da Ostiglia, che ha visto sfidarsi le Province regine dei tortelli: Mantova, Ferrara e Rovigo.

Questa disfida dei tùrtei ha infatti incoronato per il secondo anno consecutivo il ristorante “San Lorenzo” di Pegognaga, tronista proprio nel 2005. Ma a differenza dei precedenti meeting culinari, tutti all’insegna del “dimmi da dove vieni e ti dirò che tortello fai”, stavolta il disciplinare melarese del concorso ha mantovanizzato anche il gusto, imponendo il condimento con burro e salvia. Così l’adagio si è trasformato in “dimmi da dove vieni e ti dirò che ripieno di fagottini di zucca fai”.

Sullo sfondo c’è poi il “fenomeno” Melara, roba da far trasalire pure Crapa Pelata, quella dei tortelli tutti pro domo sua. E’ qui, infatti nell’Alto Polesine, che nel volgere di soli undici giorni con il Palio della zucca s’involano più di 30 quintali di turtèi e sfilano ortaggi da guinness dei primati, come la cucurbitacea del 2005 di ben 352,50 kg e che la fatina di Cenerentola, previo lavoro straordinario, avrebbe trasformato in bolide e non in semplice carrozza. A Melara infatti da ben 16 anni l’estate si tinge dell’arancio della cucurbita padana dalla gastronomia all’arte, passando per orticoltura, musica e beneficenza grazie all’impegno di oltre centro volontari della Pro Loco con il suo presidente Enrico Negri e il primo cittadino Francesco Losi sempre in pole position.

Ma fare i turtèi con la sùca e non con la zùca anche quest’anno ha fatto la differenza. E’ un folklore che parla ancora il mantovano, incluse le vignette del carbonarese Zap che han graffiato un po’ tutti, compresi Cesira ed Ernesto Gatti, titolari dell’agriturismo pegognaghese S.Lorenzo, i quali han trionfato con 407 suffragi.
Il segreto? “La passione – asserisce Ernesto dall’alto delle sue 76 primavere – e le pere kaiser nella mostarda, rigorosamente made in Pegognaga, ma nessuna droga, non sono portato. Non le dico però le percentuali del formaggio Grana stravecchio, ma le confesso che il quid pluris mantovano è anche nel modo di tirare la pasta e in quelle 9 uova per kg di farina, la stessa dei cappelletti, neh!”.”Non eravamo venuti per vincere stasera – sottolinea la moglie Cesira Agosta Tota -, ma è una grande soddisfazione tenere alto fuori casa il nome della cucina mantovana”.

A contendere il podio virgiliano e di misura sono stati i cugini rodigini de “Il Portico“ di Bergantino con ben 386 preferenze, grazie all’estro del capocuoco Fabio Lanfredini, da 5 anni di stanza in cucina.” Seguiamo la tradizione delle nonne venete – afferma il titolare de “Il Portico” Vanni Grossi, vero profeta in patria con un background di 10 anni di ars culinaria – con un ripieno di uva sultanina, amaretto e pane, senza dimenticare il Parmigiano Reggiano. L’arcano? Nessuno, ci premiano la passione e i prodotti genuini e il risultato di stasera ci onora”.

Altra new entry della guerra della zucca è stata il terzo classificato: il ristorante “La Rocca” di Stellata (Fe) capeggiato dal maestro chef Emanuele Ghidini, che ha passato una vita tra i fornelli ferraresi e da tre anni finalmente si è messo in proprio sullo sfondo dell’antico borgo medievale, che guarda da Ovest Felonica. Suoi i 282 consensi, divisi tra giurì popolare e giuria di qualità. “Tortelli rigorosamente al dente” è il verbo culinario di Ghidini, tanto che all’impasto aggiunge un 10% di grano duro amalgamando il tutto con un bicchiere di vino bianco: “il dicktat del tortello ferrarese impone Grana, zucca e noce moscata – dice -, anzi nel mio locale che è pure locanda-pizzeria li serviamo con un ragù di anatra cotta al forno, scarnata con un procedimento particolare”.

Ma è stato il maestro chef Luca del ristorante “Aramellis” di Melara, testa di serie dei giurati culinari, a farci l’identikit dei tortelli assieme al riassunto delle… ricette precedenti: ”I tortelli mantovani risultano più decisi al palato, in quanto sono condizionati dal tradizionale sapore forte che copre gli altri, a Ferrara nell’impasto non mettono nulla a confronto, ma i più originali sono stati quelli rodigini de “Il Portico” con l’uvetta. Sarebbe meglio però farli a raviolo e non con le sembianze degli agnolotti”.

A decretare il luculliano verdetto de “Il miglior tortello” è stata una giuria di gourmet e di giornalisti capeggiata per la sesta volta dal cav.Giovanni Rana, che ha evidenziato la fatica di giungere al responso dato l’elevato livello dei tre ristoranti in lizza. A fiancheggiarlo è stato ancora una volta il prof. Rodolfo Signorini, priore della Confraternita della zucca di Reggiolo (Re), che ha illustrato le proprietà non solo organolettiche della zucca: “la cucurbita è semplice – ha asserito – quindi è il simbolo della nostra gente e va onorata…”.

Marilena Buganza