Nuove mappe del paradiso. Una autobiografia ucronica by Makkox è bellissimo, divertentissimo e disegnato: ci si perde negli aneddoti, in un viaggio tra l’autore e l’urgenza di disegnare, ovunque, comunque e con chiunque. Per chiunque no, perché che il disegno potesse diventare un mestiere Makkox lo ha capito strada facendo e nel libro scoprirete quando.

Marco Dambrosio è diventato “Makkox” per talento e determinazione, attraverso una serie inimmaginabile di tentativi e incidenti di percorso. All’inizio erano le lezioni di piano con suor Candida, la mensa della Magneti Marelli, gli escavatori, le piscine. E poi la comunicazione, la pubblicità. E poi la TV, tanta.

Milano, Roma e – sempre – Gaeta. Dietro le quinte e poi sul palco, anzi, su un palchetto, laterale come il suo punto di vista.

Ciò che Makkox racconta, disegna una storia che devasta i luoghi comuni sulla satira e sull’arte. In un presente in cui le categorie classiche perdono di definizione, sente l’urgenza di riscrivere le regole per immaginare un futuro che ci liberi dalla puzza di vecchio dell’esistente. Nel farlo, ci spinge ai limiti della fantascienza, dove questa si fonde con il fumetto e, come per magia, diventa realtà.

Tra politici comici e comici politici, vi perderete, ma solo un po’: giusto il tempo che tutto sia illuminato.

Prefazione di Pippo Civati, che nel suo blog scrive anche:

La mia idea era che Makkox dovesse fare un tutorial su come si diventa Makkox. Un tutorial impossibile, come scrivo nella prefazione. La ragione? Mi pareva che la sua storia personale sbaragliasse una tonnellata di luoghi comuni e fosse appassionante, tipo Salgari.

Mi appassionava l’idea di un talento mostruoso e di un metodo che non perde mai un colpo e una scadenza, una storia di ricchezza e di povertà, di migrazioni e di cambiamenti, di mille cose diverse, in un plot tra Omero e Disney. Il ragazzetto che disegnava sempre, i lavori di fatica, le tavole che diventavano carta moneta. Nell’Italia tra i due secoli, che a dirla così sembra pure una cosa seria. Perché lo è.

Se poi siete curiose e curiosi di leggere la sua autorecensione per immagini, eccola qui. Buona lettura!