Nei locali sotterranei di Palazzo Farnese è riunita ed esposta al pubblico la prestigiosa collezione delle carrozze, formata dal conte Dionigi Barattieri nei primi tre decenni del XX secolo e donata al Comune di Piacenza nel 1948 dall’erede Silvestro Brondelli di Brondello, a cui si sono poi aggiunti altri importanti esemplari donati o depositati da privati e da Enti. Il Museo delle Carrozze presenta modelli in ottimo stato di conservazione che, nel corso degli anni, non hanno subito integrazioni, se non con pezzi originali. Della collezione Barattieri, ora al Museo, fanno parte due Berline di gala del XVIII secolo, e quattro Berline da viaggio del XIX secolo. La berlina è il modello di carrozza che ebbe maggior diffusione e successo lungo tutto il Settecento. Originariamente a quattro ruote, con la cassa sospesa a cinghie di cuoio, a quattro portiere, con tappezzeria interna in seta o velluto, nel Seicento fu riservata ai reali e all’alta nobiltà di corte, mentre nel Settecento (passando la cassa dalla forma squadrata a quella bombata) divenne la carrozza più diffusa fra la nobiltà, sia per i lunghi viaggi, sia per le più brevi passeggiate in campagna. La Berlina di gran Gala (deposito temporaneo della Presidenza della Repubblica, realizzata nel 1879 dal carrozziere Cesare Sala di Milano per il re d’Italia, ha la cassa fastosamente decorata e riporta lo stemma dei Savoia dipinto sulle portiere e fuso in bronzo sulle maniglie. La tappezzeria interna, raffinatissima, è rigorosamente “color ghiaccio” dai sedili alle pareti. Grande diffusione nell’Ottocento, non solo presso l’aristocrazia ma anche presso l’alta borghesia, ebbe il Landau, anch’esso presente a Palazzo Farnese in due esemplari, rispettivamente marchiati Ferretti-Roma (1880-90) e Cesare Sala-Milano (1890). Principale caratteristica di questa carrozza è la possibilità di venire facilmente decappottata, la cassa infatti nella parte superiore ha pareti di cuoio a forma di mantici, con ossatura lignea, agevolmente reclinabili. L’esposizione prosegue con altri modelli di carrozze (tra cui diversi Stages, un raro esemplare di Hansom-Cab, un raffinato Calèche-Barouche, una carrozzina Spyder e altre), portantine, carri funebri, un carro da pompiere, un carretto siciliano, senza trascurare le carrozzelle per neonati, di cui si espongono alcuni esemplari databili tra il XVIII e il XIX secolo, che mostrano di utilizzare gli stessi espedienti tecnici delle carrozze, di cui, in certa misura, seguono l’evoluzione. Lo stesso fenomeno di adattamento delle tecniche in uso nella costruzione delle carrozze a modelli d’uso domestico è costituito dai carrozzini, vere e proprie carrozze in scala ridotta, destinate al gioco dei bambini.