Il museo si articola attualmente in due sale. Nella prima hanno trovato collocazione i manufatti collegati alla vita domestica suddivisi secondo quella che era la tradizione del corredo che ogni giovane sposa portava con sé: la biancheria per la casa, con esemplificazioni collegate agli ambienti per i quali era realizzata (la camera, il bagno,la sala da pranzo), e il corredo personale, è stato suddiviso in indumenti intimi e abbigliamento. In questo settore si segnalano per la particolare bellezza del ricamo i due gilet maschili e le calze di cotone della fine del XVIII secolo, l’abitino da battesimo della fine del Settecento, i grembiali da festa del XIX secolo e le borsette a “punto di Casalguidi”. Questi due primi nuclei sono preceduti da una sezione esemplificativa della tecnica e dei materiali, strumenti e documenti legati al lavoro femminile: il filare (con una serie di rocche, fusi, aspi) e il ricamare (ditali, forbici, libri di disegni, imparaticci). Nella seconda sala hanno trovato posto arredi e preziosi indumenti ecclesiastici ricamati di proprietà della Cattedrale e di altre chiese della Diocesi di Pistoia che esemplificano la ricchezza di un ben più vasto patrimonio di arte sacra.In questo settore, caratterizzato da materiali pregiati come le sete policrome, i filati d’oro e d’argento, si evidenzia l’alta capacità tecnica raggiunta dagli ordini conventuali pistoiesi cui si deve la maggior parte dei manufatti. Tra tutti spicca un importante paliotto d’altare in sete policrome realizzato nel 1601 per la chiesa di Santa Maria delle Grazie e ritornato al suo splendore dopo un accurato e lungo restauro.