Giuseppe Ungaretti a fine agosto del 1916 consegna sul Carso, in zona di combattimento, al giovane tenente Ettore Serra quello che considera il suo “tascapane spirituale”, il quale contiene le poesie scritte nei mesi della guerra su foglietti, cartoline, margini di vecchi giornali, spazi vuoti di lettere ricevute.

L’intento del fante poeta è di affidare al tenente, che ha conosciuto nella primavera del 1916 a Versa e con il quale ha subito stretto una profonda amicizia, le poesie scritte nei mesi precedenti al fronte sul San Michele e sul Carso di Sagrado o nelle pause di recupero nei paesi vicini di Versa e Mariano, affinché non vadano perdute nell’eventualità della sua morte.
Ettore Serra ama la poesia ed è poeta egli stesso. Profondamente colpito dalla forza e dall’originalità di quei versi, egli propone all’amico soldato di pubblicarli a proprie spese presso lo Stabilimento Tipografico Friulano di Udine, e immediatamente si attiva. La prima silloge di Ungaretti uscirà in ottanta copie con il titolo “Il Porto Sepolto” nel dicembre del 1916 e raccoglie le poesie scritte in un anno, come confesserà l’autore, “dal primo giorno in trincea, e quel giorno era il giorno di Natale del ’15 , e io ero sul Carso, sul Monte San Michele”.