Parte dal recupero di alcuni tratti della Via Appia Antica il rilancio turistico del Parco dei Monti Aurunci. Tra agosto 2008 e gennaio 2009 infatti l’Ente Parco ha organizzato l’iniziativa “Visitiamoli”, un viaggio tra itinerari storici, natura, giochi antichi e musica.

Tra questi itinerari particolare interesse ha riscontrato quello dedicato al recupero del tratto della Via Appia Antica, Regina Viarum. Parallelamente alla via moderna, tra i comuni di Fondi ed Itri presso la gola di Sant’Andrea, corre infatti un tratto di circa 3 Km della prima via consolare romana.

Dell’antica strada si conserva il rifacimento del lastricato in pietra basaltica voluto nel III secolo d.C. dall’imperatore Caracalla. Questo tratto della Via Appia ha subito nella sua storia lurimillenaria diversi interventi di conservazione, gli ultimi nel Cinquecento e nel Settecento, che ne hanno consentito l’uso fino alla fine dell’Ottocento quando la via moderna ne sostituì il tracciato.

Abbandonato per un centinaio di anni questo tratto è ora oggetto di recupero e valorizzazione nell’ambito del Parco dell’Appia Antica, all’interno del Parco Regionale dei Monti Aurunci.

Ed è proprio il direttivo del Parco ad annunciare il finanziamento di 260mila euro da parte della Regione Lazio come prima parte di un intervento in larga scala per il recupero e la riscoperta di questo antico tracciato.

«Il territorio dei Monti Aurunci – fanno sapere dall’Ente – si conferma come un’area di grande rilievo storico e archeologico. La varietà dei paesaggi non è infatti il solo aspetto affascinante dell’area protetta, ma ovunque affiorano dal passato tracce indelebili della sua storia».

Riportando alla luce tratto dopo tratto l’antica Via Appia l’obiettivo è anche quello di rinnovare l’interesse per l’archeologia offrendo spunti per strutturare offerte turistiche tematiche. Ed anche in questo senso muove l’interesse della Regione Lazio.

I lavori relativi ad una prima parte dell’opera sono già stati affidati. Il progetto riguarderà un tratto della Via compreso tra un ponte di epoca rinascimentale ed uno risalente all’Ottocento, che pur non essendo di epoca romana restano emergenze architettoniche di notevole pregio. L’idea è quella di rendere il percorso nuovamente praticabile come un tempo, riportando all’antico aspetto una sede carraia larga quattro metri ed affiancata da marciapiedi.