Una pittura gotica a finti conci, superfici intonacate tardogotiche nelle volte a crociera, un affresco araldico barocco, quattro soffitti a stucco con intonaco liscio barocco, una colonna in granito integrata nella muratura, medaglioni dipinti sulla facciata prospiciente la via Centrale e un pozzo interrato: queste le più importanti scoperte di storia edilizia venute alla luce nel corso dei lavori di ristrutturazione dell’ex edificio dei ministeriali in via Centrale 63 a Brunico, la cosiddetta vecchia magistratura.

L´edificio viene attualmente ristrutturato per ospitare dal prossimo autunno la nuova sede della facoltà di turismo della Libera Università di Bolzano. In precedenza l’edificio ospitava il liceo scientifico, per il quale negli anni 1970 sono stati eseguiti importanti lavori di adattamento. Purtroppo in quell’occasione sono stati arrecati danni irreversibili alla sostanza edilizia storica: sono state inserite una nuova scala principale e una nuova struttura del tetto, l’intero piano terra è stato intonacato a nuovo e le facciate sono state tinteggiate con un colore acrilico. Inoltre sono state eseguite numerose tracce sull’intonaco antico, danneggiando la sua stratificazione storica.

Originariamente la costruzione a due piani era adibita ad edificio dei ministeriali del convento di Novacella. Il nucleo dell’edificio risale al XIII secolo: lo dimostra la muratura romanica disposta su letti regolari con fughe tirate a cazzuola nella cantina sotto la biblioteca civica. Nel XIV secolo questo primo edificio venne ampliato verso nord. L’edificio annesso venne adibito inizialmente a fienile, e a partire dall’era barocca ad abitazione dei clerici del convento.

Ricade in questo periodo la pittura a finti conci, scoperta nell’estate del 2006. La costruzione in adiacenza di un secondo fabbricato ad ovest seguì nel XV secolo. In seguito al devastante incendio di Brunico del 1723, nel corso del quale vennero distrutti tre quarti della città, i vani interni del piano superiore vennero barocchizzati. Di questo periodo si è conservato il intonaco interno liscio tipico del barocco di colore grigio chiaro.

Seguì una seconda fase di barocchizzazione verso la fine del XVIII secolo, nella quale vennero eseguite una nuova pittura con colori più carichi (rosso, verde), la tinteggiatura della parte basamentale e in parte pitture ad imitazione di tappeti in alcune nicchie delle finestre. Il progetto di ristrutturazione in corso si basa – oltre che sulla riorganizzazione delle funzioni della sua nuova destinazione d’uso – su considerazioni di tutela monumentale: la conservazione e lo scoprimento della sostanza edilizia originaria e la rimozione delle superfetazioni risalenti all’ultimo adattamento degli anni 1970, quali ad esempio le numerose finestre in falda da sostituire con abbaini di forma appropriata. Fondamentale è stata l’indagine conoscitiva eseguita da un restauratore durante l’estate scorsa, che ha condotto alle importanti scoperte.

Nell’attuale fase costruttiva l’Ufficio provinciale Beni architettonici ed artistici segue in stretta collaborazione con imprese e artigiani i lavori di restauro degli elementi storico-artistici e sorveglia il mantenimento della sostanza edilizia e delle superfici nonché l’inserimento appropriato di nuovi elementi architettonici necessari quali l’ascensore e il vano scala esterno. I lavori di scoprimento e di restauro non comportano ritardi relevanti per il cantiere. I costi sono limitati e assolutamente giustificati, in quanto proprio i restauri contribuiranno in modo sostanziale alla rivalorizzazione dell’edificio soggetto a tutela.