Sono ripresi in Sardegna i lavori di scavo nel sito di Pani Loriga (Santadi, CA), diretti da Massimo Botto e Ida Oggiano, ricercatori dell’Istituto di studi sulle civiltà italiche e del Mediterraneo antico (Iscima) del Consiglio nazionale delle ricerche, in accordo con la Soprintendenza Archeologica di Cagliari e Oristano e con la collaborazione del Comune di Santadi e del curatore del locale Museo archeologico. Le nuove indagini hanno dato risultati di estremo interesse mettendo in luce sotto il crollo delle strutture murarie, realizzate con uno zoccolo in pietra ed un alzato in mattoni crudi, uno strato di distruzione con la presenza di un considerevole numero di anfore puniche datate al V sec. a.C. destinate alla conservazione degli alimenti. L’omogeneità del complesso dei materiali sigillati dal crollo permette inoltre di datare il settore dell’abitato dove risulta ubicato l’edificio nei momenti iniziali della presenza cartaginese in Sardegna.

“Le ricerche”, spiegano gli archeologi del Cnr “hanno interessato due differenti aree del sito. Da una parte sono stati ripresi gli scavi dell’abitato punico, dall’altra si è proceduto al rilievo del complesso sistema difensivo. Le ricerche in abitato sono state indirizzate allo scavo di un settore di un edificio non interessato dalle precedenti indagini svoltesi a Pani Loriga fra la fine degli anni Sessanta e gli inizi degli anni Settanta del secolo scorso”.

Gli scavi presso le fortificazioni che interessano l’intera collina, dove è ubicato l’insediamento, hanno portato all’individuazione di un sistema difensivo articolato del quale sono state individuate due fasi edilizie databili in via preliminare al VI e al IV/III sec. a.C. Tali fortificazioni si collegano quindi alla più tarda presenza fenicia sull’isola (VI secolo) e al momento di massima espansione cartaginese nel territorio sulcitano (IV/III secolo a. C.).