Percorrendo questa terra, molti visitatori, passando per caso in una strada di montagna o di campagna, si imbattono in piccole chiese del 1200/1300, veri capolavori, che sono lì a testimonianza di un´arte molto fiorente all´epoca. E’ sufficiente fare un giro per i piccoli paesini (che sono veri e propri musei a cielo aperto!) per rendersi subito conto di come nelle Marche l´arte sia presente ovunque e . Da sempre! Basti pensare che già in epoca romana, quando ancora non si può parlare di Marche, in quanto per arrivare a questa denominazione si deve attendere il Medioevo inoltrato, nel territorio equivalente all´attuale regione troviamo in attività il tragediografo Lucio Accio (170 a. C. -85 a. C), nativo di Pesaro; se consideriamo, poi, il basso Medioevo, i ravennati San Romualdo (951-1042) e San Pier Damiani, attivi sull´ Appennino umbro-marchigiano e vissuti a lungo nella regione, attuano l’opera di riforma della chiesa, con il “coinvolgimento”delle Marche. A Fonte Avellana visse per lungo tempo Guido D´arezzo (991-1050), teorico musicale. Tanti personaggi famosi hanno avuto i natali in questa meravigliosa regione, lasciando ovunque segno della loro genialità; fra i tanti ricordiamo Leopardi (come non menzionare lo “Zibaldone”, che affronta anche il tema del rapporto non sempre idilliaco del Poeta con la sua terra, che lui non considerava luogo degno di nota; oggi, però, i critici letterari tendono a rivalutare Recanati, come luogo nel quale Leopardi riconosceva di avere le sue radici affettive), Raffaello e Rossini, ma come non citare Cecco D´ascoli (1269-1327) poeta e filosofo, oppure Gentile da Fabriano (1370-1427), esponente del gotico internazionale, o i pittori Lorenzo d’Alessandro (1373-1420) e Jacopo e Lorenzo Salimbeni o Bramante (1444-1514) di Fermignano, Antonio Viviani (1560-1620) , di Urbino come Raffaello.

Lo scrittore e poeta Annibal Caro (1507-1566), famoso traduttore dell’Eneide, nacque a Civitanova Marche, lo scrittore e giureconsulto Ottaviano Volpelli ebbe invece i natali a Sant´angelo in Vado; Nicola Sabbatici, grande architetto, nacque a Pesaro (1574-1654), il poeta Giovanni Mario Crescimbeni (1663-1728) a Macerata e Giovan Battista Pergolesi (1710-1736), fu un valido esponente del barocco Jesino. Come non pensare, poi, ai compositori Gaspare Spontini (1774-1851) di Maiolati Spontini, Nicola Vaccaj (1790-1848) di Tolentino, Giuseppe Persiani di Recanati (1799-1869), Lauro Rossi di Macerata (1812-1885) e tanti altri, tanto che è impossibile citarli tutti. Nell’architettura del 1900 va ricordato Pietro Belluschi, nato ad Ancona (1899-1994) e Eusebio Potetti, nato ad Potenza Picena (1882-1957), mentre Arturo Gergo fu il più celebre fotografo delle dive del cinema anni 30-50. Come poi non pensare al due volte premio oscar Dante Ferretti di Macerata.

O ancora a scenografi come Ferdinando Scarfiotti, a Giuseppe Piccioni di Ascoli Piceno, ad attrici come Virna Lisi di Jesi o Valeria Moriconi, Ave Ninchi o Massimo Girotti, rischiando di dimenticarne molti altri! Come non parlare di Panneggi, “eroe”del futurismo, corrente artistica del Novecento celebrata in una mostra a Palazzo Ricci di Macerata, una delle più complete sull’argomento? Lo scrittore e critico letterario Alfredo Panzini è nato a Senigallia, Ugo Betti è poeta e drammaturgo nativo di Camerino, Beniamino Gigli di Recanati, Lino Liviabella di Macerata, Franco Corelli tenore di Ancona, per arrivare ai giorni nostri con Giovanni Allevi, che non ha bisogno di presentazione. Ricordiamo anche Arnaldo Pomodoro (benché nato a Moraciano di Romagna), ma formatosi a Pesaro, mentre suo fratello Giò nasce ad Orciano di Pesaro, per citare soltanto i più conosciuti. A testimonianza della laboriosità e dell’ingegno dei marchigiani ci sono, poi, la produzione dei panni di lana, che già nel 1200 li vedeva secondi solo a Prato, o la produzione della carta nelle cartiere di Fabriano, sinonimo di eccellenza ancora oggi nella lavorazione artigianale della carta; solo un accenno al geniale Mattei, che ha tanto dato al boom economico anni ‘60, e alla via Salaria, che nel Medioevo collegava il nord a Roma.

Per arrivare ai giorni nostri, che vedono le Marche patria di industriali, dotati di una vena artistica che li contraddistingue, in realtà dei veri artisti, che hanno saputo creare nicchie di artigianalità e creatività, in vari settori: Poltrona Frau, le scarpe fatte a mano di Gergo, poi Fabi, Tod’s, Fornari e Paciotti, solo per citarne alcune tra le più conosciute, il gruppo Guzzini, sempre all’avanguardia nella modernità e nella creatività dei suoi prodotti. Poi l’arte della cucina, i grandi vini delle Marche che negli ultimi anni grazie a un paziente lavoro di esperti enologi sono riusciti a conquistare i mercati più sofisticati nel mondo. Ingegno e innovazione sono peculiarità tipiche della regione Marche, sempre attiva e laboriosa, alla ricerca del meglio in ogni settore, seppure per motivi storici defilata, in una sorta di ritrosia e di diffidenza