L’appuntamento è fissato per giovedì 5 aprile a Gallipoli, la “città bella”: subito una visita ai Sepolcri, ricostruzioni della tomba del Cristo morto addobbate con piantine di grano e legumi fatti crescere rigorosamente al buio.

Venerdì, dopo la visita di Lecce (vi suggeriamo un percorso che si snoda da Porta Napoli all’Anfiteatro Romano, passando per Piazza Duomo, la Cattedrale, la Chiesa di Santa Teresa, la Chiesa del Rosario, Porta Rudiae, la Basilica di Santa Croce e Piazza Sant´Oronzo), si assisterà a Gallipoli alla suggestiva processione del Venerdì Santo, che parte dal borgo antico e si snoda per le vie della “città nuova”, dal pomeriggio al mezzogiorno del giorno successivo, tra le luci delle candele, le musiche funebri, i gonfaloni a lutto, il passo lentissimo dei “confratelli” incappucciati e dei numerosi pellegrini che chiedono misericordia per i peccati.

La visita del borgo antico di Gallipoli, con la cattedrale-pinacoteca di Sant’Agata, le chiese delle confraternite, i palazzi fortezza, le mura i bastioni e i vicoli tortuosi affacciati sul mare, sarà rinviata al pomeriggio di sabato, mentre la mattina sarà dedicata a Maglie, per un percorso a metà strada tra il piacere della cultura (con il Museo L’Alca) e il piacere dello shopping nel mercatino settimanale e negli eleganti negozi del centro.

Domenica vi suggeriamo di visitare il museo della civiltà contadina e il complesso dei frantoi ipogei di Piazza del Popolo a Presicce. Quindi una lezione di cucina e una degustazione di prelibatezze salentine selezionate da “La Dispensa di Caroli” nelle scuderie dell’ottocentesca Villa La Meridiana a Santa Maria di Leuca. La giornata proseguirà con una passeggiata lungo la costa adriatica fino a Otranto: piccola, chiusa tra le sue mura, poggiata sul mare, bellissima. Un incantesimo di palazzi dorati e un prodigio di viuzze bianche. Qui, nell’antica cattedrale normanna, si farà la conoscenza del Bene e del Male attraverso le immagini di un mosaico di pietra, il più vasto tappeto di preghiera d’Europa.

Lunedì, prima di partire, si assisterà al rito della pietra forata nella cappella di San Vito a Calimera, in piena Grecìa Salentina. Ogni anno, il giorno di Pasquetta, si svolge un antico rito pagano, propiziatorio della fecondità e della salute. Nella chiesetta, infatti, si trova “la pietra di San Vito”: un monolite di età preistorica con un foro al centro. I pellegrini sono sempre attratti dal tentativo di passare attraverso la “sacra pietra forata” e siano essi magri, grassi, alti, bassi, vecchi, uomini, donne, tutti si stendono per terra e strisciando, con molti sforzi riescono a passare, nonostante il foro sia piuttosto stretto. Si crede, infatti, che la sola fede sia in grado di allargare il varco, rendendo elastica la venerabile pietra che presso gli antichi greci rappresentava una sorta di nascita, un momento di esorcismo contro il male e la morte.