L’assessore provinciale alle Politiche Sociali Marta Dalmaso ha inaugurato lo scorso 19 dicembre il nuovo tratto della pista ciclabile della valle dell’Adige tra il pronte di Villa Lagarina e l’abitato di Isera. Il percorso, realizzato dagli uomini del Servizio ripristino e valorizzazione ambientale della Provincia autonoma di Trento, ripercorre lungo l’argine destro del fiume l’antica via dei barcaioli dell’Adige, utilizzata un tempo dai cavalli che trainavano le chiatte in risalita.

Alla cerimonia hanno partecipato amministratori, sportivi (tra loro il campione di ciclismo Francesco Moser), appassionati e, soprattutto, il personale del Servizio ripristino che ancora una volta ha curato la realizzazione dei lavori. “La pista ciclabile –ha sottolineato l’assessore alle Politiche Sociali Marta Dalmaso– è l’itinerario ideale attraverso la tradizione e la cultura trentina, e di godere in maniera piena del territorio. Ringrazio tutti coloro i quali hanno permesso di portare a termine questo ulteriore tratto della pista ciclabile della valle dell’Adige, in particolare gli uomini del Servizio ripristino, i quali hanno dato una nuova dimostrazione per la cura e l’attenzione dedicata anche ai dettagli”. Tra gli interventi si segnala quello di Paolo Colombini, artista del porfido che ha voluto dedicare, proprio nei pressi del ponte di Isera, il monumento ai ciclisti, omaggio della sua passione per le due ruote: “In queste opere è racchiusa la mia lettera del senso della vita e del nostro rapporto con l’ambiente e lo sport”. Complessivamente sono 2176 metri di pista ciclabile, nel tratto tra il ponte sul fiume Adige di Villa Lagarina ed il ponte per Isera in comune di Rovereto in sinistra orografica, ricavata prevalentemente sugli argini del fiume. “Piste ciclabili –ha dichiarato l’assessore provinciale alle Politiche Sociali Marta Dalmaso– significa soprattutto poter accedere al territorio in maniere totale.

Il Trentino, grazie al lavoro svolto dagli uomini del servizio ripristino e valorizzazione ambientale, è diventato in Italia un modello, un punto di riferimento per quanto riguarda le piste ciclabili. Non a caso il ministro Francesco Rutelli ha chiesto ai nostri uffici una consulenza per sviluppare una rete di piste ciclabili, costruite nel rispetto delle regole ambientali. E’ questo motivo di orgoglio per noi e un riconoscimento al lavoro di quanti in questi anni hanno creduto nel progetto. Il nostro obiettivo è di continuare ad ampliare la rete provinciale e far sì che le piste ciclabili, oltre alla manutenzione, siano davvero fruibili tutto l’anno”. La nuova pista ricalca in parte il tracciato della antica via dei barcaioli dell’Adige, la via Alzaia ove un tempo con i cavalli si trainavano barconi e chiatte per risalire l’Adige. Il percorso va ad aggiungersi alla grande rete ciclopedonale del Trentino, composta da 11 piste per complessivi 380 chilometri. “Si tratta –ha spiegato l’ingegnere Pier Dal Rì, dirigente del Servizio ripristino e valorizzazione ambientale– di un’opera importante che meritava un segno, tangibile, per ricordare agli utilizzatori della pista che Rovereto è anche la città del MART, un segno d’arte quindi per riaffermare che i percorsi ciclopedonali sono più giardini che strade, più percorsi da gustare guardandosi in giro che da consumare a testa china con lo stress dei tempi di percorrenza veloce”.

Il progetto è stato redatto nel 2002 dallo studio Associato di Progettazione Integrata dell’ing. Sergio Gasperetti, cui si è affiancata l’ing. Renata Alberini del Servizio Ripristino e Valorizzazione Ambientale, mentre direttori dei lavori sono stati i geometri Aldo Saporito e Sergio Scarpiello, dello stesso Servizio Ripristino. I lavori sono stati eseguiti dall’Impresa Euro Green di Flavon. Il tracciato recupera un rapporto con il fiume che s’era perduto, con ampie fasce di verde che a primavera saranno sistemate come spazi di sosta e giardini per costituire un parco fluviale che regala alla città di Rovereto una riqualificazione ambientale di impareggiabile bellezza.