Tre statue quattrocentesche in pietra di Vicenza alte più di due metri che fanno parte del patrimonio artistico del Castello di Duino e che l’estate scorsa erano state abbattute dalla furia degli elementi durante l’uragano che aveva colpito con eccezionale violenza il Golfo di Trieste fino a Grado, dopo essere state sottoposte a lunghi e delicati lavori di restauro, sono state ricollocate nella stessa posizione che avevano avuto per secoli in prossimità dell’ingresso pedonale, lungo il muro di cinta con merli che sovrasta il grande parco a picco sul mare. Le tre statue fanno parte di un gruppo scultoreo composto da quattro elementi (uno solo dei quali, trovandosi in una zona più riparata, non fu danneggiato dall’uragano) e raffigurano, rispettivamente: l’imperatore romano Ludovico, il condottiero sabaudo Lodovico I, il re ungherese Ladislao e Carlo Vii re della Gallia.

I lavori di restauro sono stati eseguiti con il contributo economico della compagnia di assicurazione Ras-allianz. Sotto il controllo della soprintendenza delle belle arti da due esperte, Elisa Barberi e Paola Venuti, per conto della Edil Carso, la società che ha in appalto il ripristino di tutti i danni che furono provocati dall’uragano ai tetti, ai comignoli, alle grondaie e ai muri di sostegno del Castello, attuale dimora storica dei principi della Torre e Tasso. “Dapprima” spiegano le restauratrici Elisa Barberi e Paola Venuti, ”abbiamo provveduto all’incollaggio dei pezzi con resine speciali e polveri inerti differenziate a seconda che si trattasse di interventi strutturali o riempitivi e, dove i pezzi erano mancanti, alla loro ricostruzione con stucchi specifici per manufatti di pietra particolarmente adatti a garantire maggiore stabilità alle singole statue che si erano rivelate molto fragili proprio nelle gambe, senza ricorrere a perni che, utilizzati in un precedente restauro, ne avevano indebolito le strutture. Poi abbiamo rimosso la pellicola di natura vinilica che era stata utilizzata in un precedente restauro con l’intento di dare uniformità all’aspetto esteriore delle statue ma che in realtà, non facendo traspirare l’umidità, aveva favorito nel tempo lo sgretolamento e la polverizzazione della pietra.

Le tre statue da restaurare e la quarta che non aveva subìto particolari danni dall’uragano, sono state sottoposte un accurato lavoro di pulitura con impacchi di acqua demineralizzata e carbonato d’ammonio che ha restituito l’originario colore della pietra di Vicenza, un materiale insolito per la zona Carsica. Successivamente, tutte le lacune superficiali, le fessure e le imperfezioni delle tre statue danneggiate sono state stuccate con una miscela di calce e sabbie di diversa natura e granulosità, così da rendere il loro aspetto uniforme. Infine, le quattro statue sono state trattate con uno specifico prodotto protettivo che le preserverà per parecchio tempo ancora nel loro originario, antico splendore. Attualmente la stabilità delle quattro statue è assicurata da un traliccio provvisorio collocato nella parte posteriore di ciascun monumento che, quanto prima, sarà sostituito, sempre sotto il controllo della soprintendenza delle belle arti, da un supporto meno invasivo.