‘Un fiume di emozioni’ è questo l´headline con il quale la Strada dei Vini del Piave si presenta al vasto pubblico dell´enoturismo sempre più interessato a scoprire un territorio attraverso i suoi gusti e i suoi valori. Il tema della comunicazione della Strada nata dal Consorzio di Tutela Vini del Piave Doc un anno fa (con il riconoscimento della Regione Veneto), s´incentra dunque sulle capacità evocative del vasto percorso di oltre 150 chilometri che si snoda a destra e a sinistra del Piave, da Roncade a Portobuffolè, da Conegliano a Motta di Livenza: tragitto che vuole promuovere la terra e la cultura del Piave a partire dai suoi vini e dalle sue produzioni agroalimentari, in vista di un´offerta turistica integrata che valorizzi il territorio nella sua interezza: l´identità storica, culturale, artistica, ambientale, sociale ed economica. Come spiega il presidente del Comitato di Gestione della Strada, Pierclaudio De Martin: “Al comitato promotore della Strada dei Vini del Piave hanno partecipato numerose aziende vitivinicole e cantine che ora fanno parte integrante della Strada stessa. Ma la Strada, ora, vuole “crescere” d’importanza, di vitalità e di visibilità per soddisfare diversi profili di turisti: da quelli maggiormente qualificati ed interessati al fenomeno enologico a quelli, e sono i più numerosi, mossi dal desiderio di approfondire e scoprire nuove mete usando un bicchiere, un piatto, o un prodotto tipico come chiavi di lettura per un territorio. Ed ai quali il nostro territorio può davvero offrire ‘Un fiume di emozioni’. Progetto turistico ed imprenditoriale che negli ultimi mesi ha convinto e coinvolto numerose Amministrazioni Comunali dell´area interessata, che hanno voluto aderirvi associandosi alla Strada dei Vini del Piave”.

LA STRADA DEI VINI DEL PIAVE – Un territorio a ridosso della grande Venezia, famoso per le morbide colline da cui nascono i grandi vini di Conegliano e Valdobbiadene e che, con il giusto orgoglio e una ‘strutturazione’ turistica in costante perfezionamento, vuole sempre più esibire i suoi paesaggi, costituiti da ampi orizzonti agricoli e preziose strutture storiche e architettoniche come le grandi ville costruite dai nobili della Serenissima, le umili e preziose pievi, i sontuosi castelli… Un’area, insomma, che non rappresenta solamente i ricordi della Grande Guerra, ma un complesso e affascinante sistema culturale profondamente segnato da una cura millenaria e appassionata del suo paesaggio. Una zona dove la vocazione rurale ha condizionato la storia insediando valori e colture, tradizioni e vigneti. Un territorio che ora si offre al turista più attento attraverso la nuova Strada dei Vini del Piave, nata come percorso organizzato per valorizzare il territorio della Doc Piave e i suoi vini, intesi non solo come tali, ma come frutto di una felice combinazione di terreni, tradizioni, competenze, passioni e idee che solo una bottiglia di vino può riuscire a contenere e a raccontare. Magari – meglio ancora – sposandosi con i numerosi prodotti tipici di una terra straordinaria, che offre non solo una solida tradizione gastronomica, ma anche prodotti preziosi come il celebre radicchio rosso e gli asparagi bianchi, il pesce di fiume, una solida tradizione d’insaccati de casada (artigianali, fatti in casa), come si dice da queste parti. La strada dei Vini del Piave si snoda principalmente sulla sponda sinistra del fiume, sforzandosi di toccare la maggior parte, e sono davvero tante, delle località, delle aziende produttrici e della ristorazione degna di nota di questo angolo di Veneto ancora parzialmente da scoprire.

Tre le aree su cui puntare, con lo scopo di capire i vari momenti insediativi, le tradizioni diverse e, da non dimenticare, per degustare vini e prodotti tipici d’eccellenza.

  • La prima vede protagonisti i vigneti che appartennero alla Serenissima Repubblica di Venezia: si snoda, sia a sinistra sia a destra del Piave in un percorso che inizia dall’elegante Oderzo, da sempre punto nevralgico di questo territorio, e dai suoi particolari equilibri stilistici tra antiche vestigia (I sec. A. C. ) e moderne valorizzazioni, e che conduce fino a Roncade attraverso una serie di tranquille cittadine ed antichi borghi, tra vigneti che sono sempre parte integrante del paesaggio, alternati a boschi e ad altre coltivazioni.
  • La seconda, che da Roncade arriva a Cimadolmo (patria dell’Asparago bianco Dop), è ancora disseminata di belle dimore patrizie veneziane, numerose delle quali oggi sono sede di rinomate aziende vitivinicole: definita la zona dei “vigneti dei Dogi” abbraccia a grandi linee la parte centrale della provincia di Treviso e gode di un panorama cui fa da sfondo a nord la dorsale delle Prealpi, mentre a destra scorre il Piave con i suoi greti sassosi e l’austera grazia dei suoi orizzonti.
  • La terza parte è quella che da Cimadolmo riporta a Oderzo e si estende nel comprensorio del Raboso Piave, l’unico vitigno autoctono trevigiano a bacca nera che dopo anni d’oblio a causa del suo carattere troppo deciso, ha trovato nuove interpretazioni, e conseguenti grandi successi, grazie ai vignaioli locali, che hanno saputo piegare il carattere un po’ ‘ruvido’ delle sue uve, e dare vita a vini sempre più apprezzati e ricercati. Anche in questa zona non mancano le ville, ma quello che più colpisce è l’atmosfera di questa “sinistra Piave”, con le sue tradizioni antiche, gli scorci che lasciano intravedere il fiume, le chiesette isolate che nascondono preziosi affreschi e le cittadine gioiello come Portobuffolè.

Per informazioni: Strada dei Vini del Piave presso Consorzio Tutela Vini del Piave Doc, tel 0422/591277.