COMUNE DI DOGLIANI – Assessorato alla Cultura

Sabato 21 ottobre alle h. 10.30 presso la sala consigliare del Municipio di Dogliani verrà inaugurato il nuovo allestimento del Civico Museo Storico-Archeologico “Giuseppe Gabetti”, curato dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie. L’occasione rappresenta un momento molto atteso, dopo otto anni di chiusura dovuti agli interventi di ristrutturazione e di recupero conservativo del Palazzo Comunale, perché il Museo si presenterà con un veste completamente nuova.

La recente sistemazione ha permesso un salto di qualità, trasformando l’allestimento da storico-archeologico a un più sistematico e approfondito percorso archeologico. Il complesso lavoro di progettazione è stato curato dalle studiose Marica Venturino e Maria Cristina Preacco, funzionarie della suddetta Soprintendenza e dallo Studio di Architettura Manfredi e Casu di Mondovì. I lavori si sono susseguiti partendo dalla classificazione, la ripulitura e il restauro del materiale già presente nella precedente esposizione e si sono conclusi con la preparazione di un nuovo percorso espositivo arricchito da pannelli esplicativi.

Per l’occasione interverrà la Dott.ssa Marina Sapelli Ragni, Soprintendente per i Beni Archeologici del Piemonte e il Prof. Alberto Destro, Preside della facoltà di Lingue e Letterature Straniere all’Università di Bologna, che ricorderà la figura di Giuseppe Gabetti, uomo e studioso, a cui è intitolato il museo.
L’istituzione del Civico Museo Storico Archeologico Giuseppe Gabetti, risale agli anni Settanta del secolo scorso a seguito della scoperta occasionale a San Quirico, una località di Dogliani, di un piccolo nucleo di sepolture di età romana, databile al I secolo d.C.

Grazie all’interessamento dell’Associazione “Amici del Museo” il museo, inaugurato nel 1983 e intitolato al doglianesi Giuseppe Gabetti (1886-1948), noto germanista, ha visto aumentare nel corso degli anni le sue collezioni con la collaborazione dei cittadini, che hanno segnalato e consegnato reperti di carattere storico e archeologico, tra cui una importante testa in arenaria databile alla media età del Ferro già inserita nelle vecchie mura di Dogliani.

Da sempre ospitato nello storico edificio del Palazzo Comunale, oggi il nuovo allestimento trova una sede più ampia nei locali posti al primo piano, già pertinenti ad un’ala presumibilmente di origine secentesca del complesso monastico del Convento del Carmine.

Il percorso museale, corredato da pannelli illustrativi con testi in italiano e in inglese, è dedicato al popolamento di Dogliani e del suo comprensorio attraverso le diverse epoche storiche, dalla preistoria fino all’età romana con riferimenti al periodo medievale, ancora poco noto. Si sviluppa attraverso quattro sale. La prima si apre con la sezione paleontologica, che illustra l’evoluzione geologica del territorio attraverso una serie di fossili provenienti dalla vallata del Rea, per poi passare alle fasi preistoriche e protostoriche (Neolitico,età del Bronzo ed età del Ferro), documentate da asce in pietra verde e in bronzo, oltre che da ceramica di impasto rinvenuta presso le Pile di Valdibà e dalla testa in arenaria da Dogliani databile alla media età del Ferro. Alla fase della romanizzazione (I secolo a.C.) e alla prima età imperiale romana (I d.C.) si riconducono alcuni corredi provenienti dalla necropoli di Carrù che, insieme alla stele funeraria di Caio Annio Celere, ritrovata a San Quirico nel 1660, aprono un ampio sguardo anche sulla viabilità dell’alta valle del Tanaro attraverso la documentazione epigrafica. Le altre sale sono dedicate ai rinvenimenti fatti a Dogliani e nel Doglianese che in età romana apparteneva amministrativamente al territorio della vicina città di Augusta Bagiennorum. Una sala attrezzata per ospitare convegni, conferenze e presentazioni multimediali, propone una serie di pannelli dedicati alle realtà museali esistenti nelle provincie di Cuneo (Alba, Bra, Bene Vagienna e Borgo San Dalmazzo), di Alessandria (Libarna, Acqui Terme, Ovada e Villa del Foro) e di Asti, al fine di illustrare al visitatore la varietà dei percorsi archeologici che caratterizzano il Piemonte meridionale.

Per informazioni: BIBLIOTECA L. EINAUDI
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