Abitato fino alla fine del Novecento dai fratelli Siria ed Emanuele Carbone, l’appartamento al piano nobile dell’ottocentesca palazzina di via Riboli, scevro da ogni ostentazione di sfarzo, offre al visitatore un fedele documento di quello che è stato uno dei principali fondamenti della nostra società: il vivere borghese tra Otto e Novecento, ambientato qui in una dimensione prettamente domestica, nella quale un’impeccabile eleganza non oltrepassa mai la misura di una moderata discrezione.

La visita si snoda attorno al Salone centrale, unica vera sala di rappresentanza della casa e fulcro della breve sequenza di camere e stanze di piccole proporzioni, confortevoli, accoglienti e gradevolmente arredate. Mobili e suppellettili originari risalgono in gran parte alla seconda metà del XIX secolo, rispecchiando quindi il gusto per la rivisitazione degli stili del passato in voga in epoca eclettica. Un ciclo di tempere risalente agli ultimi decenni del XIX secolo orna invece i soffitti con figure e temi celebrativi tipicamente liguri (spicca l’episodio con Cristoforo Colombo che presenta gli Indiani d´America alla regina Isabella nel Salone), riservando alle pareti articolati decori a cornici e quadrature. Anche i coevi pavimenti rispecchiano la tradizione ornamentale rivierasca, con vivaci mosaici a motivi geometrici e floreali. Particolare attenzione merita la raccolta di dipinti, composta per lo più da opere di area genovese databili tra il XVI e il XVIII secolo.

Tra gli altri, spiccano i nomi di Bernardo Castello, Giovanni Battista Paggi, Giovanni Andrea De Ferrari, Anton Maria Vassallo e Gio Enrico Vaymer. Tra le diverse stanze, particolarmente suggestiva la Sala da pranzo, la cui destinazione conviviale è testimoniata sia dalle decorazioni con frutta e verdura del soffitto, sia dall´attuale allestimento museale, che espone la tavola elegantemente imbandita, a ricordo dei momenti di aggregazione della famiglia. Altre testimonianze dei Carbone sono offerte dalle Camere da letto dei due fratelli, nei cui ambienti sono fedelmente esposti i gioielli, le borsette e le boccette dei profumi di Siria o i volumi di arte, astronomia e filosofia di Emanuele, questi ultimi affiancati da un variegato nucleo di oggetti raccolti, con vivace curiosità eclettica, dal padrone di casa: strumenti scientifici e astronomici, orologi, scatole musicali e matrici di stampe antiche.

Tempere, mosaici e dipinti compongono un’importante cornice per il ricco e abbondante arredo, vero cuore pulsante dell’abitazione, il cui fascino risiede non tanto nei particolari di un buon quadro o nell’alta qualità di una porcellana, bensì dalla resa armonica dell´insieme dei molteplici elementi, dall’eterogeneo accumulo e dalla stratificazione degli oggetti, famigliare specchio di un’unica volontà superiore, quella del gusto e della personalità dei padroni di casa. Casa Carbone si presta quindi ad un’operazione di ricerca di un passato comune, fatto non tanto di singoli capolavori, quanto di una quotidiana storia del gusto, di un domestico senso per un’epoca culturalmente degna di essere custodita e tramandata. Giunta al FAI in mediocri condizioni di conservazione, la dimora ligure ha richiesto diversi interventi in vista dell’apertura al pubblico: dal rifacimento della copertura con lastre di ardesia, al consolidamento strutturale dell’edificio, al restauro conservativo di facciata, affreschi e giardino. All´interno, una campagna di restauri ha interessato ogni aspetto di arredi e opere: dai dipinti ai mobili intagliati e dalle raccolte ceramiche ai burattini in legno realizzati personalmente da Emanuele Carbone.

Indirizzo: via Riboli 14, Lavagna. Info: tel 0185/393920.