Sei frammenti di meteoriti, probabilmente risalenti a 4 miliardi di anni fa, dai quali si può risalire alla formazione del Sistema solare ed aiutare l´uomo a comprendere gli effetti delle proprie azioni sul pianeta, individuando in questo modo l´evoluzione del clima sulla Terra.

Questa è l´eccezionale novità che, a partire dal 18 settembre (giorno della riapertura dopo una breve pausa estiva), sarà esposta nella sede di Trieste del Museo nazionale dell´Antardide (via Weiss 21, all´interno del comprensorio di San Giovanni) e che oggi, in anteprima, è stata illustrata all´assessore alla Cultura del Friuli Venezia Giulia, Roberto Antonaz, in visita alla struttura inaugurata il 30 giugno 2004.

Dopo un´attenta visita al complesso museale, affascinato dalle meteoriti come dalle carte ancora immaginarie risalenti al Xvi secolo, dalla capanna di Scott e dalla tenda di Amundsen, Antonaz ha annunciato che, in attesa della nuova legge sui musei attualmente in fase di elaborazione in Consiglio regionale, “nell´ottica di promuovere, sostenere e potenziare sempre più la cultura scientifica, nel 2007 la Regione intende finanziare la dotazione di sistemi acustici per accompagnare le visite nei musei del Friuli Venezia Giulia”. Nel frattempo, è un sogno che diventa realtà, seppur virtuale, all´interno degli 850 metri quadrati (suddivisi in 17 settori) gestiti dall´Università di Trieste e dedicati alla storia dell´esplorazione in Antartide.

Questa è una delle tre sezioni che, assieme a Genova (biologia) e Siena (scienze della Terra), costituiscono il Museo nazionale dell´Antartide “Felice Ippolito”, istituito nel 1996 sulla spinta dell´attuale direttore della struttura giuliana, il prof. Antonio Bramati, alla guida di uno staff composto da una decina di addetti tra i quali il responsabile scientifico, Gianguido Salvi. Tra l´aria condizionata che raffredda a perfezione l´ambiente, gli arredi interni che ricordano i ghiacci antartici, gli schermi interattivi al plasma dove vengono proiettate immagini d´epoca e flash attuali, gli oggetti e le carte originali in mostra assieme alle fedeli quanto affascinanti ricostruzioni delle storiche imprese dei pionieri Scott, Schackleton e Amundsen, al Museo Antartide di Trieste si possono rivivere i momenti salienti di quella che è stata una delle più aspre e difficili conquiste terrestri dell´uomo.

Un´emozione di scienza e conoscenza che, attraverso i laboratori didattici predisposti per gli studenti (Conoscere Giocando per le scuole materne ed elementari, Scoperta Avventura per le medie e Analisi Progetto per le superiori), viene trasferita da Gianguido Salvi e dagli altri responsabili scientifici del Museo (in loco ma anche direttamente negli istituti) ai giovani di tutta Italia ed ai numerosi stranieri provenienti dai Paesi limitrofi.