Nel cuore di Milano, in piazza Duomo, l’arte del XX Secolo. Apre al pubblico il 6 dicembre, negli storici ambienti del Palazzo dell’Arengario, il Museo del Novecento, nuovo spazio museale del Comune di Milano dedicato all’esposizione di oltre 400 opere d’arte del XX secolo.

Gratuito fino al 28 febbraio 2011, il Museo inaugurerà con una grande festa dedicata alla città: musica e intrattenimento per festeggiare l’arte e la cultura. L’appuntamento è alle ore 16.00 del 6 dicembre quando, in concomitanza con l’apertura delle porte del nuovo spazio, avrà inizio una serie di eventi dentro e fuori il Palazzo dell’Arengario. L’ultimo ingresso è in programma alle ore 24.00.

DA PELLIZZA DA VOLPEDO ALL’ARTE POVERA E LUCIANO FABRO.
Il Museo del Novecento si estende su una superficie di 8.200 mq di cui 4mila dedicati allo spazio espositivo. Il progetto, vinto dal Gruppo Rota, composto da Italo Rota, Fabio Fornasari, Emmanuele Auxilia, Paolo Montanari e Alessandro Pedretti prevedeva una modifica, la riorganizzazione e il restauro del Palazzo dell’Arengario in perfetta armonia con le opere, modellando gli spazi in funzione del grande patrimonio della città.

400 capolavori.
Quattrocento le opere in mostra, tutte appartenenti alle Civiche Raccolte Artistiche del Comune di Milano. Si tratta di una collezione imponente che trova casa al Palazzo dell’Arengario esito di una rigida selezione. Un percorso complesso ed articolato, che parte dal Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo, studiato da un comitato scientifico di altissimo livello, creato ad hoc per lo spazio milanese, presieduto dal Direttore Centrale Cultura Massimo Accarisi e dal Direttore Settore Musei del Comune di Milano Claudio Salsi, coordinato da Marina Pugliese, Direttore del Progetto Museo del Novecento e composto da Piergiovanni Castagnoli già direttore della GAM di Torino, Flavio Fergonzi, Docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi di Udine, Lucia Matino, ex Direttore delle Raccolte d’Arte, Antonello Negri, Docente di Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi di Milano e Vicente Todolì, già Direttore della Tate Modern di Londra.

Installata sulla rampa elicoidale, realizzata al centro dell’Arengario, l’opera di Pellizza da Volpedo, che fu dipinta tra il 1898 e il 1902, venne acquistata per pubblica sottoscrizione dal Comune di Milano nel 1920. E’ da qui che parte uno straordinario percorso alla scoperta dell’arte del XX secolo e in modo particolare di quelle correnti che hanno fatto grande la città di Milano.

Avanguardie.
Prima di immergersi nel Futurismo, movimento che si è sviluppato proprio nel capoluogo lombardo a partire dal 1909, si attraversa un’ampia sezione dedicata alle Avanguardie internazionali della collezione Jucker, acquisita dal Comune di Milano nel 1992 e di cui numerose opere sono presenti, oltre che in questa prima parte, in altre sezioni del museo.

Futurismo.
La prima grande sala del Museo del Novecento, detta “delle Colonne”, è dedicata, con criterio monografico, a Umberto Boccioni, con una collezione unica al mondo che comprende il manifesto pittorico del futurismo Elasticità (1912). Quindi una sezione interamente dedicata al Futurismo con opere di Giacomo Balla, Carlo Carrà, Gino Severini, Ardengo Soffici, Achille Funi, Fortunato Depero, Mario Sironi. La sezione si chiude con Natura morta con squadra di Carrà del 1917 che anticipa i cambiamenti di linguaggio del dopoguerra.

La sezione dedicata a Boccioni è la prima di otto monografie che vedono protagonisti Giorgio Morandi, Arturo Martini, Giorgio de Chirico, Fausto Melotti, Lucio Fontana, Piero Manzoni, Marino Marini.

Antinovecento.
Passato il Futurismo e le sale monografiche di de Chirico, Morandi e Martini, ci si immerge nel Novecento italiano con l’arte degli Anni Venti e Trenta, con opere di Mario Sironi, Carlo Carrà, Virgilio Guidi, Piero Marussig, Felice Casorati, seguono l’Arte Monumentale e Antinovecento con opere tra gli altri, di Renato Birolli, Aligi Sassu, Massimo Campigli, Scipione e Filippo De Pisis.
Chiude la manica lunga del secondo piano una sezione di opere degli anni trenta di Fausto Melotti e di astratti comaschi.

Fontana.
A Lucio Fontana è stato dedicato il salone della torre dell’Arengario. La sala è stata progettata come un’enorme opera ambientale allo scopo di allestire il soffitto del 1956 proveniente dall’Hotel del Golfo di Procchio all’Isola d’Elba, concesso in deposito dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nonché la Struttura al neon (1951) di proprietà della Fondazione Fontana e i Concetti spaziali degli anni Cinquanta. Da qui, ultimo piano della torre dell’Arengario, ci si affaccia su piazza del Duomo. Una vista panoramica di 180 gradi che permette di osservare la piazza e la Cattedrale avvolti in un silenzio surreale e suggestivo.

Anni ’50 e ’60.
Successivamente, al terzo piano, si trova una sala dedicata ad Alberto Burri e alle opere degli anni Cinquanta dei maggiori maestri italiani quali Emilio Vedova, Giuseppe Capogrossi, Gastone Novelli, Osvaldo Licini, Tancredi Parmeggiani, Carla Accardi.

La sezione conclusiva, oltre 1.200 metri quadri situati nella manica lunga al secondo piano di Palazzo Reale e collegati all’Arengario da una passerella sospesa, è dedicata agli anni Sessanta e termina con Senza titolo (Rosa nera) del 1964 di Janis Kounellis. Passata la passerella aerea si incontra una Scultura d’ombra (2010) realizzata ad hoc per il museo da Claudio Parmiggiani.

Gruppo T.
Quindi segue una grande sezione riservata all’Arte Cinetica e Programmata, anticipata da Aconà Bicombì di Bruno Munari e seguita da una serie di opere di Enzo Mari, Getulio Alviani, Dadamaino e opere e ambienti degli artisti del Gruppo T: Giovanni Anceschi, Davide Boriani, Gianni Colombo, Gabriele Devecchi e Grazia Varisco.

Pop Art.
Segue la sala dedicata alle nuove figurazioni dal Realismo esistenziale alla Pop Art con Valerio Adami, Bepi Romagnoni, Franco Angeli, Alik Cavaliere, Enrico Baj, Emilio Tadini e Mimmo Rotella, con Decisioni al tramonto (1961) e una selezione di artisti della Pittura Analitica con opere di vari artisti tra cui Rodolfo Aricò, Claudio Verna e Giorgio Griffa.

Arte Povera.
La fine del percorso espositivo è dedicata all’Arte Povera e a Luciano Fabro in omaggio al quale è stato ricreato, per allestire un nucleo di opere degli anni sessanta, l’ambiente Habitat ideato per il Pac nel 1980. Presenti in questa sezione Alighiero Boetti, Michelangelo Pistoletto, Pier Paolo Calzolari, Giulio Paolini, Mario Merz, Giuseppe Penone, Jannis Kounellis, Giovanni Anselmo e Gilberto Zorio.
A lato la sezione dedicata a Marino Marini. Questa collezione è stata infatti trasferita dalla Galleria d’Arte Moderna di Villa Reale all’Arengario, in coerenza con il patrimonio artistico novecentesco valorizzato nel Museo del Novecento.

Archivi.
La sala degli Archivi del Novecento ospita fino al 12 febbraio “Scaffali futuristi. Libri e documenti dalle collezioni della biblioteca d’arte di Milano” a cura di Luigi Sansone. In mostra un’ampia selezione di libri, manifesti, cataloghi, riviste, opuscoli, documenti, oltre ad una preziosa raccolta di sette disegni futuristi dell’architetto e artista Luciano Baldessarri.

Esposizioni temporanee.
Al piano terra, accanto alla biglietteria, vi è la sala Focus che inaugura con un approfondimento su Ennio Morlotti dal 1945 al 1947 a cura di Francesco Guzzetti e la sala Esposizioni Temporanee che, in occasione dell’inaugurazione del museo ospita una installazione, Still Life, di Italo Rota ovvero una serie di sedute “Concept Morandi” disegnate per l’occasione dall’architetto e un giardino d’inverno con al centro la scultura Cavallo e cavaliere di Marino Marini. Nello spazio sarà anche allestita una preview di fotografie provenienti dalla collezione di Bank of America che saranno parte di un’ampia mostra dal titolo Conversations: photography from the Bank of America Collection in programma per l’autunno 2011.

Lo spazio mostre verrà di volta in volta dedicato ad esposizioni ispirate da opere della collezione non esposte, in modo da offrire al pubblico una visione più ampia del patrimonio delle Civiche Raccolte d’arte approfondendo anche i movimenti successivi al 1968, anno ideale di chiusura del percorso del museo.
Sempre al piano terra una delle sale più piccole sarà dedicata ad approfondimenti specifici su un artista della collezione o su un piccolo nucleo di opere. Si tratta di una trattazione specialistica, realizzata con un alto livello critico, adatta ad un pubblico di specialisti e ad appassionati.

E’ in programma per marzo 2011 la mostra “Alla conquista del territorio. Arte e spazio urbano 1968/1976” a cura di Silvia Bignami e Alessandra Pioselli. L’esposizione intende presentare alcuni momenti emblematici del rapporto tra arte e spazio urbano in Italia tra 1968 e 1976. La finalità è far luce su un periodo cruciale della storia dell’arte pubblica in Italia, prendendo in considerazione gli interventi realizzati dagli artisti all’aperto nella città e negli spazi non museali, con l’obiettivo di coinvolgere la cittadinanza in azioni non ordinarie attraverso performance, animazioni, installazioni, sculture.

Boschi-Di Stefano.
Contestualmente la sezione dedicata agli archivi approfondirà “I disegni della Collezione Boschi-Di Stefano” a cura di Renata Ghiazza. Per la prima volta verrà esposta una importante selezione di disegni della Collezione Boschi Di Stefano che include opere di Dova, Fontana, Baj, Carmassi e Chighine.
Un focus sarà dedicato ad Aldo Carpi con una mostra, a cura di Antonello Negri che approfondisce l’opera di un artista cruciale nella compagine culturale della Milano degli anni venti e trenta, insegnante a Brera e membro della Commissione Consultiva della Galleria d’Arte Moderna.

DONAZIONI E DEPOSITI.
Il percorso espositivo del Novecento è stato concepito in complementarietà con la Casa Museo Boschi Di Stefano, abitazione dei munifici collezionisti che nel 1974 donarono al Comune di Milano oltre duemila opere tra cui capolavori di Sironi, Morandi e Fontana. Anche recentemente le collezioni di proprietà del Comune di Milano sono state integrate da donazioni e depositi di opere e materiale d’archivio, ritenuti di grande rilevanza ed eccellenza per il percorso espositivo.
Grazie ad una proficua rete di collaborazione sia con altre istituzioni cittadine, sia con collezionisti e istituzioni private, la sala dedicata al Futurismo è stata arricchita da disegni di Boccioni in prestito dal Gabinetto dei Disegni e da libri del Fondo Piazzoni in prestito dalla Civica Biblioteca Sormani.
Dalla Galleria d’Arte Moderna, in particolare dalla Collezione Grassi, è stato accordato il prestito di due dipinti che sono stati ritenuti fondamentali per la coerenza del percorso: Bambina che corre sul balcone di Giacomo Balla e Uomo che dorme di Renato Guttuso.

Il Museo del Novecento di Milano diventa la casa degli Archivi del Novecento dedicati allo studio e alla conservazione di materiali e di documentazione sull’arte del Novecento e sulle raccolte museali. L’istituto sarà dedicato alla memoria di Ettore e Claudia Gian Ferrari. Infatti, oltre ad una serie di acquisizioni di archivi futuristi effettuata dal Comune di Milano, la gallerista Claudia Gian Ferrari aveva donato al museo, per via testamentaria, l’importantissimo archivio e la biblioteca della storica Galleria d’Arte.

Farà parte delle collezioni anche l’Archivio di Ugo Piatti, donato nel 2010 da Biffi Arte, che raccoglie fotografie, lettere, medaglie, disegni e varie testimonianze relative alle attività del Battaglione Lombardo dei Volontari Ciclisti Automobilisti. Nell’archivio è conservata anche una curiosa cassetta contenente gli attrezzi utilizzati da Ugo Piatti e Luigi Russolo per la costruzione degli Intonarumori.

I fondi ad oggi conservati sono:
Archivio Bisi Fabbri.
Il fondo è stato acquisito nel 2005 dai fratelli Crotti, eredi di Marco Bisi Fabbri figlio di Giannetto Fabbri (1881/ 1919) e della pittrice Adriana Bisi (1881/ 1918) cugina di Umberto Boccioni ed è costituito da: “Quaderno [di] Guerra Cuoco Battaglione V.C.A. – Valsecchi – 1915. Diario di Guerra”; 26 cartoline datate, firmate o siglate da Umberto Boccioni; 15 cartoline indirizzate a Umberto Boccioni; una cartolina indirizzata a Marinetti con saluti per Boccioni; 34 fotografìe con Boccioni; 27 fotografie con opere di Boccioni e persone a lui legate; un curvilinea in legno, con firma “Umberto Boccioni”.

Fondo Piazzoni.
Il fondo è stato acquistato dalle Civiche Raccolte d’Arte nel 2007 da Filippo Piazzoni Marinetti, nipote dell’illustre futurista e conserva: 121 libri di autori futuristi (anni 1905 – 1945); 42 manifesti futuristi (1910 – 1930 ca.); 4 numeri di riviste futuriste; alcune carte sparse di argomento futurista.

Fondo Cangiullo.
Nel 2007 le Civiche Raccolte d’Arte hanno ricevuto in dono da Gennaro Cangiullo i documenti d’archivio dell’artista futurista Francesco Cangiullo (1884 – 1977). Il fondo è costituito da numerosi materiali dattiloscritti e manoscritti di Francesco Cangiullo relativi alle sue opere e alla sua attività; corrispondenza di Cangiullo con altre personalità tra cui Martinetti, Pratella, Palazzeschi.

Lettere di Filippo Tommaso Marinetti a Paolo Buzzi.
Il Fondo è stato donato nel 2008 dalla Fiat Group – Alfa Romeo alle Civiche Raccolte d’Arte di Milano per gli Archivi del Museo del Novecento e conserva dieci lettere autografe inviate da Filippo Tommaso Martinetti a Paolo Buzzi in tempo di guerra.

BOOKSHOP, RISTORANTE E SALA PROIEZONI.
Un Museo della città per la città. Non solo opere d’arte e visite per il Palazzo dell’Arengario destinato a diventare luogo di incontro e punto di riferimento di milanesi e turisti.
La torre dell’edificio, infatti, sarà sempre aperta alla città indipendentemente dall’ingresso al museo, rendendo visibili opere quali gli elaborati originali del pesce e de I Bagnanti dal gruppo I Bagni Misteriosi di Giorgio de Chirico, posti all’uscita della metropolitana (fermata MM1 Duomo) o Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo.

Il ristorante.
Aperto fino a tarda sera anche il ristorante, fiore all’occhiello dei servizi offerti dal Museo del Novecento, che si estende su una superficie di oltre 220 metri quadrati, con circa 70 coperti.
Metallo dorato, marmo, legno lucidato, lacche: sono solo alcuni degli aspetti relativi all’allestimento del ristorante, progettato da Laura Sartori e Roberto Peregalli, gestito dal cuoco Giacomo Bulleri, proprietario dello storico locale “Da Giacomo” a Milano, che vogliono ricordare le tracce e i segni architettonici distintivi del progetto di Muzio Griffini, Portaluppi e Magistretti, cui si deve il palazzo dell’Arengario.

Libri e cataloghi.
Approfondimenti e intrattenimento anche al bookshop, spazio progettato da Michele De Lucchi. Situato al piano terra, accanto alla biglietteria, e gestito dalla casa editrice Mondadori Electa questo spazio si estende su una superficie totale di circa 170 metri quadrati. Si tratta di due piani collegati da una scala di forma elicoidale, con ingresso indipendente. In quest’area, delimitata da grandi e luminose vetrate, i visitatori possono trovare – insieme a un ampio assortimento di titoli – spazi di informazione e approfondimento relativi a mostre ed eventi del Museo, oltre alla guida del Museo del Novecento.
Al piano interrato, infine, una sala proiezioni e conferenze ospiterà convegni, letture e incontri di vario genere.

Il Museo del 900 è sostenuto da Amichae – Associazione Milano Cultura Heritage Arte Educazione – che già sostiene le Civiche Raccolte Storiche della Città di Milano attraverso attività di mecenatismo a livello nazionale e internazionale.