Museo degli Strumenti etnico-musicali, collocato nello storico Palazzo Montesano, occupa sette sale del piano nobile del palazzo, e contiene ben 600 strumenti musicali provenienti da tutte le parti del mondo. La raccolta va attribuita al genio “esplorativo” e alle “curiosità” del modicano, compianto, Duccio Belgiorno. Si tratta di reperti rari, a volte unici, alcuni dei quali introvabili, perché provenienti da paesi, dove allo stato non è consentito il visto di ingresso, come il Tibet, del quale si presentano due flauti, dal suono originalissimo, ricavati da “tibie umane” e splendidamente intarsiati, e un membranofono (tamburo bipelle: damaru), che utilizza calotte craniche “umane” come cassa armonica. Unicità di esemplari, da sola indicativa del valore intrinseco della collezione. Il museo comprende un numero significativo di strumenti etnico-tribali, provenienti da zone remote dell’Africa centrale, dell’Asia, delle Americhe, e in particolare della Papuasia e della Nuova Guinea. Raccoglie, fra l’altro, una interessante collezione di zanze (idiofoni a pizzico) e pezzi provenienti da Kenya, Rhodesia, Botswana, Zimbabwe; tre splendidi charanghi argentini ricavati da carapace di armadillo, e balalaike provenienti da paesi slavi; birimbao dal Brasile; tre sytar indiani, e centinaia di altri esemplari. Un planisfero colorato e ricco di riferimenti etnici, grande come la parete su cui si staglia, accoglie il visitatore e gli trasmette la radice simbolicamente planetaria del museo.